Golfarini e Braida interpretano Strauss e Brahms - Il sabato del Mascagni
Sabato 4 marzo alle ore 16, presso l’auditorium “Cesare Chiti” del Conservatorio Mascagni, si terrà il quinto concerto della rassegna Il sabato del Mascagni.
Il duo composto da Lavinia Golfarini al violoncello e Francesco Braida al pianoforte suonerà musiche di Strauss e Brahms.
Programma
R. Strauss (1864-1949)
Sonata per violoncello e pianoforte op. 6 |
J. Brahms (1833-1897)
Sonata n. 1 in mi minore per violoncello e pianoforte, op. 38 |
Note al programma
A cura di Maria Torrigiani.
Intenso e tecnicamente impegnativo, il programma di questo concerto ci porta, senza soluzione di continuità, nel già pieno romanticismo del trentenne Johannes Brahms e in quello che potremmo definire il panromanticismo - che prelude ai successivi frutti novecenteschi - di un Richard Strauss giovanissimo, ma già pienamente consapevole e padrone dei propri mezzi.
Richard Strauss (1864-1949) è compositore precocissimo come Mozart: a sei anni scrive le sue prime composizioni per pianoforte e il suo primo Lied; ne ha otto quando compone il primo brano orchestrale e undici quando scrive il primo lavoro cameristico. Ne ha dodici quando firma la Festmarsch per orchestra, che lui stesso denomina opera 1 e che come tale viene pubblicata nel 1881, quando Strauss ha solo
diciassette anni.
Questa sua Sonata in fa maggiore per violoncello e pianoforte, op. 6 è una di quelle pagine che regalano grande soddisfazione e chiedono grande impegno agli interpreti.
Alto è, infatti, il grado di virtuosismo tecnico che richiede l’esecuzione e altrettanto solida statura d’interprete il brano richiede per l’alta temperatura di appassionata espressività.
La pagina - composta intorno ai suoi 18 anni - riflette la precocità e l’eccezionalità del talento di Strauss, e porta evidenti i segni della sua passione irruente e della sua attenzione a quanto la musica del tempo - da Schumann a Mendelssohn a Brahms - andava esprimendo, ma pur sempre caratterizzata dalla fresca originalità della sua scrittura.
Personalissimo e inconfondibile è il piglio con cui si apre il primo movimento, l’Allegro con brio, con un tema che vede intrecciarsi strettamente il dialogo fra i due strumenti in un tema vigoroso e quasi aggressivo, cui si contrappone un altro tema, aggraziato ed elegiaco, fino alla chiusa che ha il medesimo vigore baldanzoso dell’esordio.
Più intimo e contenuto, il secondo movimento dell’Andante ma non troppo è pagina di delicato lirismo, sostenuto dalla cantabilità del violoncello, vibrante di emozione assecondata con delicata discrezione dal pianoforte. Qui si cercano, soprattutto nei registri estremi del cello le ragioni più profonde della commozione e del sentimento e il palpitare di un’appassionata, malinconica tenerezza.
L’Allegro vivo finale ritrova il carattere baldanzoso del primo movimento, si sviluppa in un dialogo che rimbalza tra i due strumenti e chiude la Sonata con la stessa sintesi succinta che caratterizza la conclusione del primo movimento.
Johannes Brahms (1833-1897), compone la Sonata n. 1 in mi minore per violoncello e pianoforte, op. 38 fra il 1862 e il 1865; ma quest’ultimo è anche l'anno della morte della madre del compositore, cui egli era
profondamente legato. Il dolore per questa grave perdita influisce, in parte, sul carattere riflessivo di questo lavoro, che nel tema finale fugato sembra tributare un omaggio a Bach.
L'Allegro non troppo si apre con il tema iniziale del violoncello, mesto e oscuro, che suggerisce un senso di dolore che talvolta si aggrava nel registro, sostenuto dagli accordi in contro tempo del pianoforte, e
determina quasi un senso d’affanno e di desiderio di emergere alla luce.
Il dialogo tra pianoforte e violoncello alterna tratti di respiro sereno a momenti vigorosi e drammatici. Ad essi si contrappone in modo deciso il carattere - garbato, danzante - dell’Allegretto quasi Menuetto, in mi
minore, percorso anch’esso da una vena di disagio, dipinta dall’asciuttezza dei temi e dalla contrapposizione ritmica fra i due strumenti.
Un disagio che non si stempera neppure con il Trio in la maggiore, che, benché più luminoso, conserva comunque un sentimento d’inquietudine.
Non c’è, in questa Sonata, alcun momento di levità, di allegrezza, percorsa com’è da una tensione che resta accesa anche nell’ultimo movimento, l’Allegro, che si fa omaggio esplicito a Bach nel primo tema fugato, al quale Brahms, che raccoglie il testimone dell’ultima e più distillata scrittura beethoveniana, dona uno
slancio che è già quasi novecentesco.
I musicisti
Lavinia Golfarini ha iniziato a studiare violoncello all'età di 9 anni presso il Conservatorio "P. Mascagni" di Livorno.
Si è laureata al Corso Accademico di I livello presso il Conservatorio “P. Mascagni” di Livorno con il massimo dei voti. Attualmente frequenta il corso Accademico di II livello presso lo stesso Conservatorio.
Lavinia ha frequentato molte masterclass e ha studiato con importanti violoncellisti, tra i quali M° Marek Szpakiewicz, M° Luca Provenzani, M°Alain Meneur, M° Xenia Jankovic, M° Peter Bruns, M° Marianne Chen, M° Alberto Casadei, M° Vittorio Ceccanti, M° Lucio Labella Danzi e M° Diego Romano.
Ha vinto numerosi concorsi e riconoscimenti in Italia e all’estero, come ad esempio: la Borsa di Studio “Cesare Chiti” a Livorno, “King’s Peak International Music Competition” negli Stati Uniti, “Città di Massa” International Competition e “Riviera della Versilia” in Italia.
Nel 2021 ha vinto il Primo Premio Assoluto al concorso “Città di Stresa” e il Primo Premio al concorso “Città di Latina”, il Secondo Premio al “Medici International Competition” a Londra e il Primo Premio al “Map International Music Competition” in California.
All’età di 15 anni si è esibita come solista accompagnata dall’Orchestra EstrOrchestra diretta da M° Chiara Morandi presso la Crociera “Viking Star”.
Dal 2020 fa parte dell’ensemble di violoncelli “Florence Cello Ensemble”, grazie al quale ha avuto l’opportunità di esibirsi più volte come solista con brani importanti di repertorio violoncellistico, quali: Elgar Cello Concerto in E minor Op.85 e Variations on a Rococo Theme, Op.33.
Nell’agosto 2021 si è esibita in duo con la pianista Antonella Bellettini con la Sonata n. 2 di Beethoven presso la chiesa Sant’Erasmo a Sori, in Liguria.
Alla passione da solista, affianca quella per la musica da camera. Infatti nel 2021 crea un quartetto di violoncelli “4Etto Yukali” esibendosi più volte presso l’ISSM “P. Mascagni” di Livorno, al concerto finale della Masterclass con Giovanni Sollima presso il Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze e nel Rifugio Nello Conti, Monte Tambura.
Francesco Braida ha iniziato lo studio del pianoforte all'età di 9 anni e attualmente sta frequentando il Corso Accademico di I livello presso il Conservatorio Mascagni di Livorno sotto la guida del M° Giovanni Nesi.
Francesco ha frequentato numerose Masterclasses e studiato con importanti pianisti, tra cui il M° Massimo Caselli.
Ha vinto numerosi concorsi e premi in Italia e all'estero e si è esibito come solista nella Scuola di Musica e Danza “Teodulo Mabellini” di Pistoia.